e ….. il GEL PIASTRINICO ?
La capacità delle piastrine di intervenire nei meccanismi di riparazione tissutale ha costituito il presupposto alla realizzazione ed all’utilizzo di un gel di piastrine per quelle condizioni cliniche difficili nelle quali è fondamentale attivare un processo di riparazione tissutale non per fibrosi ( privo di vasi ) ma con ” restitutio ad integrum ” e pertanto con un tessuto ben vascolarizzato e più resistente . Le piastrine, presenti nel sangue, sono infatti paragonabili a dei laboratori-magazzini cellulari che elaborano, immagazzinano e quindi rilasciano ( quando attivate ) numerosi fattori di crescita ( growth factors o GFs) capaci di stimolare la replicazione cellulare, innescando a loro volta vari meccanismi di rigenerazione tessutale, tra cui l’angiogenesi, la chemiotassi dei macrofagi e la sintesi del collagene ; ciò determina una più rapida ricrescita di tessuti e quindi anche una rapida guarigione delle ferite con tessuto neovascolarizzato e non solo fibrotico . Quindi il bersaglio dei fattori di crescita contenuti nelle piastrine sono proprio quelle cellule staminali presenti in tutti i nostri tessuti e che vengono attivate . Le cellule staminali hanno la capacità di transdifferenziarsi cioè di dare origine a strutture diverse in base al tessuto in cui vengono richiamate.
Nell’arco di poco tempo proprio per questa sua efficacia il gel piastrinico ha più che raddoppiato i campi d’applicazione in Medicina. Attualmente in Chirurgia Maxillo-Facciale e Odontoiatria si applica per rialzare il seno mascellare e renderlo così idoneo per un impianto dentario quando in realtà manca una struttura ossea sufficiente a tal fine. In Chirurgia Generale trova impiego nella cura delle ulcere capricciose diabetiche, vascolari venose e linfatiche, oltrecchè nelle più comuni piaghe da decubito.
Ampie indicazioni vi sono in Ortopedia per risolvere le pseudoartrosi, le osteonecrosi , le cisti ossee , per applicare protesi o accelerare la guarigione delle fratture; importanti risultati sono stati ottenuti anche nelle croniche lesioni tendinee ( es del tendine d’Achille ) ove è possibile eseguire infiltrazioni di gel piastrinico ecoguidate con ripristino dell’integrità tendinea in sole quattro sedute applicative ed evitando così percorsi lunghi , difficili e cruenti come l’intervento chirurgico e la successiva riabilitazione.
Più recente invece la sua utilizzazione in Medicina Estetica come filler autologo, ove è iniettato come P.R.P. ( Plasma arricchito di piastrine ) per la rivitalizzazione tissutale e la correzione di inestetismi del viso ( le rughe ) e del collo , da solo o anche in associazione alle cellule staminali mesenchimali prelevate dal grasso dell’ addome, alle quali conferisce una ulteriore capacità di crescita e attecchimento. In effetti il tessuto adiposo sottocutaneo ottenibile con il lipofilling è una buona riserva di cellule staminali mesenchimali adulte pluripotenti ( in grado di differenziarsi in cellule di diversi tessuti ) e di pre adipociti. Ottimi , sebbene ancora in fase di studio, sono i risultati preliminari di questa felice associazione nella mastoplastica per l’aumento volumetrico del seno. Attualmente, gli interessi scientifici sono rivolti verso il gel piastrinico autologo, che viene prodotto con un prelievo di sangue estratto dallo stesso paziente in ambiente specialistico ospedaliero e non con attrezzature centrifugatrici ambulatoriali non parimenti efficaci. Una volta ottenuto l’emoderivato con idonea tecnologia, questo viene consegnato al paziente in forma di crioprecipitato e la sua attivazione viene realizzata dal medico – previo riscaldamento del prodotto – nello spazio di pochi minuti , tramite l’impiego di calcio e trombina – enzima ad azione coagulante. Nel caso invece di utilizzo di gel piastrinico omologo ( ottenuto cioè da donatori della stessa specie ) è doveroso rispettare il gruppo ABO e l’Rh. Compito dell’operatore sanitario sarà individuare la modalità più idonea per l’applicazione del prodotto in funzione della patologia. Ad esempio nel riempimento di una cavità, l’attivazione potrà essere effettuata miscelando le singole componenti in siringa ed iniettando quindi il gel piastrinico quando ha ancora consistenza semiliquida ( vedi foto allegate prima e dopo una sola applicazione per infiltrazioni del gel di piastrine ).
Nei casi di utilizzo per apposizione ( come ulcere cutanee ), l’attivazione del prodotto verrà effettuata in capsula di Petri o su altro specifico supporto metallico o plastico sterile fino alla formazione di una membrana gelatinosa usualmente da applicare in associazione a materiali biocompatili o talora da suturare sulla lesione previamente ed opportunamente detersa chirurgicamente. Con l’ausilio di un bisturi poi possono essere prodotti strisce, cubetti o altre forme del gel piastrinico, in modo da meglio adattare il preparato alla forma lesione da trattare. Il management della lesione prevede medicazioni da eseguire regolarmente , una volta alla settimana, da parte dell’operatore , nelle quali personalmente ritengo trovi razionale utilizzo il ricorso al miele in gel purificato ( Revamil ) al fine di ottenere un risultato significativo con abbreviamento / dimezzamento – dei tempi di guarigione ed attenuazione del dolore.
E chissà quali altri nuovi scenari si apriranno ai futuri Colleghi …
With special Thanks to MD. Adolfo Porcellini ( Ematologo ).