La gamba gonfia : una sindrome frequente

La sensazione di pesantezza delle gambe con il visibile rilievo di un arto rigonfio e tumescente costituisce un problema estremamente frequente in entrambi i sessi. Tuttavia, per la larga diffusione di terapie estroprogestiniche ( = pillola ) a scopo contraccettivo e per gli stereotipi della moda odierna che impongono abiti stretti e tacchi alti , la donna lamenta sempre più frequentemente del maschio  questo fastidioso problema.
Per giustificare la fuoriuscita di liquidi dalle vene ed il loro ristagno nei tessuti pensiamo ad un condotto semipermeabile in cui gli incrementi di pressione all’ interno determinano il passaggio verso l’esterno prevalentemente di acqua e di sali. L’aumento di pressione dentro le vene può realizzarsi in vario modo : per un coagulo che occlude la vena a valle, per un difetto dell’attività dei muscoli delle gambe che non mettendo in aspirazione il  sistema venoso profondo ostacolano il ritorno del sangue al cuore o per un danno anatomico delle valvole site dentro le vene quale esito di flebiti precedenti.
Altre cause internistiche di edema quali le insufficienze epatiche o renali , le cardiopatie ecc. portano ad una distribuzione diffusa in tutto il corpo del gonfiore.
Quindi danni anatomici o compromissione funzionale della pompa muscolare-valvolare che funge da motore aspirativo del sistema venoso profondo possono determinare gonfiore.
Esistono anche situazioni costituzionali da abnorme intrappolamento dei liquidi nelle  gambe  come nel linfedema ( dove per malattie congenite anatomiche e/o funzionali  delle vie linfatiche si arriva a quadri estremamente gravi di gonfiore indurativo) , nel  lipedema ( dove alla aumentata presenza di acqua si associa anche un numero maggiore di cellule adipose ) e nella tanto odiata ed antiestetica cellulite di coscia ( Pannicolopatia Edemato FibroSclerotica ).
Facile assumere che i banali microtraumatismi della vita quotidiana od i più appariscenti traumi sportivi oggi sempre più frequenti possano essere causa di edemi delle gambe.
L’alterata deambulazione, comunque determinata , provoca ristagno del sangue con rischio d’insorgenza di flebite sia sulle vene superficiali, soprattutto se varicose, che sulle vene profonde : quest’ultima situazione assai più grave è estremamente temibile per le acute conseguente emboliche e per quelle croniche da danneggiamento dei dispositivi valvolari venosi.

Per spostare di nuovo dentro le vene i liquidi già fuoriusciti, cosicché essi tornino al cuore, è necessario aumentare la pressione nei tessuti comprimendo la gamba dall’esterno con una calza elasticizzata idonea o con un bendaggio elastico realizzato ad arte.  Inutili i ricorsi ai diuretici che agiscono solo temporaneamente riducendo la pressione dentro i vasi venosi , lasciando nei tessuti le proteine che per osmosi richiamano altri liquidi.
La presenza di gonfiore si può rilevare semplicemente comprimendo con la punta di un dito la pelle  sopra l’osso della tibia e notando che dopo poco appare un avvallamento ( fovea ) e l’andamento della patologia può essere monitorizzato misurando la circonferenza della gamba in 2 – 3 punti prefissati.
In ambito ortopedico la gamba frequentemente si gonfia per una alterata deambulazione ( come dopo una storta , una patologia come l’alluce valgo doloroso, un  interventino ortopedico al piede , per non parlare degli interventi più grossi quali le protesi di ginocchia o di anche ). Le cisti di Baker espressione di sofferenza cronica delle ginocchia determinano gonfiore della gamba.
In ambito dermatologico una erisipela ( infezione da germi gram positivi, gli stessi  che portano ai foruncoli per intendersi ) si associa a gamba gonfia, calda e arrossata ; ma più in generale tutte le cause di infiammazione della gamba, fisiche – chimiche oltrecchè batteriologiche portano al suo gonfiore ( tumor ).

Quindi appare evidente che solo una attenta valutazione del paziente può permetterci di iniziare una terapia idonea che può prevedere anche una dieta parca con restrizione dell’apporto del sale e degli zuccheri, una idonea attività fisica possibilmente in acqua, il ricorso al linfodrenaggio manuale o meccanico, una adeguata elastocompressione con calze ed integrazione con farmaci, anche fitoterapici od omeopatici: tutti questi accorgimenti, variamente combinati, consentono di giungere ad un risultato non temporaneo ed effimero ma stabile nel tempo.

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